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La web reputation riguarda tutti: privati, aziende, professionisti e minori. Come spiegare la Net Reputation agli adolescenti?

La rete internet si diffonde, anche grazie ai dispositivi mobili che consentono alle persone di essere connessi 24 ore su 24, e la “reputazione online” diventa un argomento scottante e che dovrebbe essere affrontato a partire dalle scuole, come i tanti, troppi casi di cyberbullismo e di abuso dei social network dimostrano.

La net reputation non è più un argomento ad esclusivo uso e consumo delle aziende (o dei professionisti).

Cosa si intende per Net Reputation?

La net reputation riguarda l’analisi, il monitoraggio e l’intrapresa di azioni “positive” per la tutela dei brand e della reputazione di aziende, enti e professionisti sulla rete internet, nonché di tutti gli aspetti di comunicazione, tecnici e giuridici volti a migliorare la visibilità di un’azienda, ente o professionista sul web e sui social network. Quindi ha a che vedere con il “sentiment” (la percezione di un marchio o di una azienda sulla rete), ma anche con il web marketing e la visibilità su motori di ricerca e sui social network, almeno nell’accezione con cui la approcciamo nella nostra web agency. Pensiamo solo quanto aiutano a vendere un e-commerce le recensioni degli utenti, e a come hanno avuto successo aziende come per esempio TrustPilot che offrono questa tipologia di servizio.

Ma può anche essere declinata verso i privati, si pensi, solo per fare un esempio, ad una persona alla ricerca della prima occupazione, le aziende potrebbero utilizzare i social network per scandagliare la personalità e la vita del candidato o della candidata.

Oppure si pensi a cosa può diventare un cellulare che si connette ad internet in mano ad un ragazzino di 13 anni.

E’ cruciale un intervento da parte degli istituti scolastici volto a formare insegnanti, genitori e ragazz* su cosa significa essere sulla rete internet, avere un profilo sociale su Facebook e come è opportuno usarlo, avere nozioni sulla privacy e sulla sicurezza informatica fin dalla giovane età è fondamentale, anche per questo stanno nascendo molti progetti di media-education, a cui mi capita di partecipare come formatore.

Da molte ricerche (per esempio, la ricerca su minori ed internet di Save the Children, 2015), emerge come gli italiani che navigano su internet abbiano dei timori sulla sicurezza dei propri dati. Questo problema (sicurezza dei dati, privacy) sembra non essere altrettanto avvertito quando sono i minori a navigare su internet.

Gli adolescenti che oggi non hanno uno smartphone sono rari e le occasioni per i minori per navigare sul web sono sempre di più (basta pensare alle wi-fi libere per esempio)

Lo smartphone per la maggior parte dei ragazzi tra i 12 e i 17 anni (58%) è uno strumento che hanno imparato ad usare da soli, e solo nel 25% dei casi è intervenuto un adulto per insegnare il “corretto” utilizzo (sempre dalla ricerca di Save the Children su minori ed internet).

La privacy è un problema che viene percepito dagli adulti, ma non sembra ci sia altrettanta sensibilità quando ad usare i dispositivi sono i giovanissimi.

Questo è lo scenario, è quindi sempre più urgente avviare percorsi di media education rivolti ai minori e ai loro punti di riferimento (genitori ed insegnanti) per educare ad un uso consapevole della rete internet.

Faccio qualche altro esempio che mi riguarda più da vicino come consulente di web marketing, molti utenti non sono consapevoli di come funziona la pubblicità su internet, di come funzionano i cookies e il tracciamento delle visite sui siti internet.

Solo per fare un esempio, pensiamo al così detto re-marketing:

Il re-marketing consente ai siti web di “seguire” la loro utenza,m per esempio un visitatore ha visualizzato la scheda articolo di un e-commerce senza concludere l’acquisto? Grazie al re-marketing il prodotto viene riproposto all’utente su altri siti web (potente strumento di web marketing). E’ questo il motivo per cui se oggi cerco su internet un orario del treno senza concludere l’acquisto del biglietto, nei giorni successivi mentre navigo su altri siti web molto probabilmente mi verranno proposte inserzioni pubblicitarie legate all’acquisto di biglietti del treno.

Ricordiamocelo sempre la nostra navigazione, i nostri post su Facebook, i nostri like, le nostre immagini POSSONO essere utilizzate per profilare (salvare, memorizzare) i nostri gusti, le nostre preferenze e presentarci di conseguenze “pubblicità” in linea con le nostre preferenze di consumatori. E se lo scrive un consulente di web marketing, fidatevi 😉

Un’altra ricerca di Altro Consumo sulle stesse tematiche, ci rivela che:

Il 97% dei giovani tra i 13 e i 16 anni è online o ha occasioni per esserlo.

La ricerca analizza poi una pluralità di applicazioni e di siti web che hanno come “utenza di riferimento, come target” i minori, i dati della ricerca sono interessanti ed offrono ulteriori spunti di riflessione sulla tematica della privacy e della tutela dei minori sul web.

Ecco i principali risultati della ricerca che mi hanno colpito:

  • il 67% dei siti web e delle applicazioni analizzate [dalla ricerca di Altro Consumo, sopra citata] raccoglie dati personali anche di bambini
  • solo il 31% adotta controlli efficaci per limitare la raccolta di informazioni personali di minori
  • il 50 % dei siti esaminati condivide i dati personali dei minori con terze parti
  • il 22% prevede la possibilità ai bambini di fornire il loro numero di telefono
  • il 23% dei siti permette agli utenti minori di caricare le loro foto o video
  • il 58 % permette ai bambini di essere reindirizzati a un sito web diverso da quello visitato
  • solo il 24 % dei siti e delle app incoraggia i minori a chiedere il coinvolgimento dei genitori
  • ben il 71% per cento di siti e applicazioni è risultato non fornire una modalità facilmente accessibile per cancellare definitivamente  il proprio account.

Il quadro realistico su internet e minori che emerge un po’ da tutte le ricerche che circolano in rete e che ho avuto modo di leggere, sollecita  l’urgenza di accrescere la consapevolezza della necessità di proteggere i dati personali, specie se minori, sviluppare azioni di sensibilizzazione e formazione di coloro che utilizzano applicazioni mobili e/o social network e/o siti internet che prevedono il “rilascio” di informazioni personali, nonchè promuovere iniziative globali sulla necessità di tutelare la privacy.

Avere un account su Facebook, navigare in rete, usare un Google, vedere un video su Youtube è spesso uno dei primi pensieri degli adolescenti ma anche dei bambini spesso abituati a cercare su Youtube i video dei loro cartoni preferiti.

Il Web viene fruito dai minori sempre più tramite dispositivi mobili che aumentano la portata e la possibilità di navigare sulla rete fuori dal controllo di un adulto.

Il Comune di Firenze, ad esempio, ha dato vita ad iniziative di supporto ai minori ed ai genitori dei minori, a cui abbiamo avuto il piacere di lavorare come agenzia web Koris: Youngle, e Firenze Genitori in corso, a testimonianza di una tematica, quella dell’educazione dei minori all’utilizzo di internet, sempre più sentita ed attuale.

Penso che una riflessione su questi temi da parte di chi, come me, lavora su internet e nel web marketing sia necessaria e molto importante!

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